L'arte di correre - Haruki Murakami


Ciao a tutti, oggi sono molto felice di pubblicare la recensione di un libro a me molto caro, "L'arte di correre" di Haruki Murakami, letto negli anni in cui mi sono avvicinato al mondo della corsa.

Per rendere la descrizione più interessante e coinvogente mi sono avvalso dell'aiuto di Una Giostra di Libri, una pagina Instagram che parla di libri, la cui ideatrice è anche un' appassionata di corsa e di viaggi.. 
Buona lettura!


Ho sempre amato Murakami. I suoi racconti mi hanno sempre fatto vedere il mondo da un’altra prospettiva e mi hanno sempre lasciato con molte domande. Ed è così che mentre stavo preparando la mia prima mezza maratona decisi di iniziare a leggere “L’arte di correre”
Incuriosita e un pò spaventata per la mia prima vera competizione atletica, questo libro mi ha catapultato in un vero percorso ad ostacoli fatto di fatica, forza, motivazione e passione. 

In L'arte di correre l’autore racconta quanto per lui la corsa sia stimolo per la creatività e parte integrante per lo sviluppo delle sue storie. In poco più di 150 pagine Murakami si apre al lettore raccontando di sé, della sua quotidianità, dei suoi allenamenti, della sua preparazione alle maratone. 

La corsa e la scrittura sono il filo conduttore della sua filosofia di vita e dei suoi pensieri più intimi. 

Pagina dopo pagina racconta diversi aneddoti della sua vita, dagli inizi della sua carriera ad oggi. Durante gli anni in cui Murakami diventa sempre più affermato nel mondo letterario anche la corsa diventa parte integrante e fondamentale della sua vita. 

Murakami ci racconta proprio come si è avvicinato alla pratica di questo sport e cosa significhi correre per lui a livello fisico e spirituale. Ci racconta delle vincite, delle sconfitte e dei periodi di crisi che l’hanno portato per un periodo a smettere di correre seriamente in quanto non accettava l’idea di un peggioramento delle sue prestazioni, decidendo di spostarsi verso un’altra disciplina come il triathlon. 

"Correre non era più per me, come un tempo, un puro e semplice piacere, senza riserve. Tra me e la corsa si era instaurata una molle stanchezza. Una stanchezza che includeva un elemento di delusione per gli sforzi che avevo fatto e che non erano stati compensati, quasi un senso di ingiustizia davanti a una porta che avrebbe dovuto restare aperta, e invece, non sapevo quando si era chiusa. Ho dato un nome a questo sentimento: runner’s blues, l’abbattimento del corridore.” 

Murakami qui ci descrive la frustrazione che stava attraversando in quel periodo perdendo ogni motivazione nel continuare la corsa, pratica che l’aveva portato per molti anni a correre ogni giorno ma che con gli impegni di scrittore e l’avanzamento dell’età lo avevo portato ad abbandonare momentaneamente questa sua passione. 

Durante uno dei suoi viaggi di ritorno a Cambridge come insegnante, dopo circa dieci anni di assenza nella città, sente riaffiorare dentro di sé il desiderio di correre e da quel giorno è tornata a far parte della sua vita. Giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro con la voglia di indossare solo le scarpe da corsa. 

"Pulisco bene le scarpe da jogging, mi spalmo abbondantemente la faccia e il collo di crema solare, stabilisco il tempo che voglio fare e via sulla strada!... …Mentre corro, all’improvviso formulo questo pensiero: anche io a modo mio sto invecchiando , e il tempo si prende la sua parte. Non è colpa di nessuno. Sono le regole del gioco. Posso soltanto accettarmi così come sono, come parte di un paesaggio naturale. Come un fiume che scorre verso il mare aperto.” 

Nell’arte di correre troverete un saggio pieno di spunti di riflessione e insegnamenti di vita sui due amori di Murakami: corsa e scrittura, fondamentali per la sua linfa creativa e che vi aprirà la mente, come ha fatto a me, durante la preparazione al vostro prossimo obiettivo sportivo.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'allenamento di resistenza in zona 2.

Fattori determinanti le prestazioni di Endurance.

Perchè il Pilates può aiutarti a correre più veloce.